Venezia è indiscutibilmente una delle città più singolari al mondo, non solo dal punto di vista artistico ma anche strutturale. Le modalità costruttive sono state progressivamente perfezionate nel tempo, dando luogo in fasi successive ad un modello divenuto molto stabile. Per i costruttori veneziani, i materiali utilizzati sono sempre stati: legno, pietra, mattoni, calce e ferro.
In particolare, Venezia è stata nella storia ed è tuttora un centro eminente per i diversi impieghi della pietra naturale. Le architetture sviluppatesi nella città e più in generale nell’area lagunare sono ampiamente debitrici alla pietra, alle sue proprietà chimico fisiche, alla sua durabilità, alle sue qualità formali, alle sue tessiture, al suo colore.
Le opere degli scalpellini e in una parola il loro mestiere godevano di tale stima e tale popolarità da essere rappresentati nei rilievi del portale centrale della Basilica di San Marco e ricordati nei capitelli del doppio colonnato della facciata ovest del Palazzo Ducale. Quando il mestiere è attestato dalle figure dei santi patroni assume la testimonianza di unità inscindibile tra lavoro, etica e religione.
La preminenza assunta nell’edilizia veneziana dal declinare architettonico, scultoreo e materiale basato sulla lavorazione della pietra ha fatto sì che questa corporazione giocasse un ruolo centrale nella vita della città.
Con poche eccezioni, ad esempio nella basilica di San Marco, la pietra d’Istria e più precisamente la pietra di Orsera dal nome del luogo dove era presente una delle principali cave di questo materiale.
Questa è la pietra che ci parla attraverso le arcate dei ponti, le splendide facciate delle Basiliche coronate di statue, i campanili, le sale capitolari delle confraternite, i forti e i depositi militari e civili, i palazzi e ogni altro edificio delle città Venete. È il suo candore, ancor più accentuato quando bagnato dalla pioggia o lambito dall’acqua che dialoga con il rosso dei mattoni nella quasi totalità degli edifici, evidenziando le diverse funzioni, che ha resistito a tutti i mutamenti di pratica edilizia e di gusto, dall’età bizantina ai nostri tempi.
Questo materiale, una pietra calcarea molto compatta, è stato utilizzato per secoli a Venezia per la sua bellezza e durata; possiede ottime caratteristiche di resistenza meccanica e di durabilità in ambiente salino.
I paramenti lapidei delle facciate non hanno generalmente funzione portante, anche quando realizzati con conci di spessore rilevante. Questa funzione è svolta dalla retrostante muratura in mattoni pieni che risulta più deformabile plasticamente. I paramenti in pietra sono presenti nei principali edifici civili, militari e religiosi: palazzi, chiese, magazzini e fortezze.
A questo tipo di applicazione si affiancarono usi eminentemente decorativi, dai bassorilievi alla statuaria.
Molti elementi costruttivi e molti dettagli testimoniano la presenza della pietra d’Orsera: fondazioni su pali, basamenti, capisaldi, sostegni e mensole per sbalzi, architravi, pilastri, pozzi, pavimentazioni, gradini e parapetti, portici e logge, portali, polifore, colonne, capitelli, archi, “serliane”, chiavi di volta, occhi, cornici e modanature, fregi, cimase, merli.
La pietra ha assunto un ruolo fondamentale nell’immagine della città.
Oggi le moderne tecnologie hanno dato nuovo impulso e nuove possibilità all’utilizzo della pietra grazie ad una maggiore facilità di intervento che consente comunque di ottenere un buon risultato architettonico.
In generale i moderni sistemi di impiego costituiscono un rinnovamento della tradizione nella continuità e paiono assicurare l’ottenimento di una buona qualità e la durata dei risultati. Si tratta spesso di innovazioni operative più che concettuali.
L’uso di macchine ed utensili sofisticati e del software specifico consentono il rifacimento di elementi strutturali e decorativi in pietra tridimensionalmente complessi, senza ricorrere all’utilizzo dell’uomo, divenuto oggi sempre più problematico. Ad esempio, nel campo del restauro, grazie a queste nuove tecnologie è possibile garantire il ripristino fedele all’originale consentendo di mantenere limitati i costi.
Prof. Antonio Monaco
Articolo pubblicato il 9 Marzo 2021
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